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  • 14-06-2010

    ALPAGO: SECONDA TAPPA DEL CAMPIONATO ITALIANO (L’ARENA CUP SULLA STRADA DI MILANO)


    OK, la vittoria su Dolcé è stata il risultato della finalina per il 5° e 6° posto, ma aggiunge un po’ di sale ad una giornata comunque positiva.

    Infatti i Dragoni escono per poco dal giro delle semifinali pur pareggiando con Modena (poi secondi nel torneo) e cedendo di misura con gli Orange (i padroni di casa vincitori).
    Per la cronaca, i favoriti Bandiga devono accontentarsi del terzo posto al termine di una combattutissima semifinale contro Modena. Semifinale terminata ai supplementari, 3 contro 3, con Modena che segna con l’ultimo tocco utile dopo il fischio della sirena.
    Visti i risultati di cui sopra, il torneo è risultato parecchio combattuto e giocato su buoni livelli. Il divario tra le prime 6 forze del campionato non è abissale e finire fuori dalle semifinali è frutto di singoli episodi negli scontri diretti o di gironi particolarmente ostici più che di vero divario tecnico.
    Episodi e gironi che dopo due tappe, assolutamente a loro onore, gli Orange hanno ben sfruttato portandosi in testa a 30 punti, con gli immediati inseguitori a ben 8 lunghezze. I Dragoni sono lontani 14 punti, quarti appaiati proprio con Dolcé.
    Veniamo ai Dragoni, a cui onestamente non si poteva chiedere di più. Nonostante il problema dell’elevato turnover interno (assenti storici, nuovi arrivi e ospiti), che rende l’intesa in campo un po’ farraginosa, e la cronica difficoltà a costruire gioco offensivo, hanno spremuto il massimo in termini di impegno, sfruttando opportunisticamente ogni distrazione avversaria.
    Diceva Napoleone che non voleva generali bravi; voleva generali fortunati. Il nostro capitano di giornata Ale, ha portato a casa il risultato tutte le volte che ha vinto il sorteggio. Vorrà pure dire qualcosa.
    Ringraziamenti in ordine sparso a Riccardo che riesce a esserci tra un viaggio di lavoro e l’altro, alle Brizzi girls per assicurarci sempre il bonus (credeteci di più ragazze, potreste diventare la nostra arma), agli amici veronesi per averci rinforzato (e grazie a Diego M. che per poter giocare è dovuto migrare in un’altra squadra), a Diego C. per il consueto apporto di agonismo, ad Ale che, come si è detto, è stato un capitano d’eccezione e sempre all’altezza in campo, a Daniele che si becca tutte le lamentele sugli allenamenti noiosi, a Tom, che, pur sapendone sicuramente più di noi, accetta buono buono di fare il comprimario, a Ghigo che ha vinto gli acciacchi per essere con noi. E a Rosangela che non ha potuto esserci, suo malgrado, ma che aspettiamo al rientro.
    Siccome però non sono uso al detto “si nasce tutti belli, ci si sposa tutti ricchi e si muore tutti buoni”, non mi accontento e mi permetto un piccolo appunto: ce la vogliamo togliere qualche soddisfazione a Verona e Milano? Riusciremo mai a far vedere i sorci verdi alle difese avversarie con azioni d’attacco ubriacanti?
    P.s. Per chi non c’era, riporto il risultato di uno scambio di battute a fine torneo con Dennis Coffey, inviato FIT, sul livello del touch in Italia. In estrema sintesi ci ha detto che se l’anno scorso il nostro livello era 1, quest’anno il nostro livello è 3. E rispetto agli altri paesi? Australia e NZ 9, Sud Africa 6, isole britanniche 6, Spagna 4, Francia 4 ½, Austria e Svizzera 3-4. Per crescere ci consiglia di non accontentarci di tornei e campionato: ogni squadra deve giocare tutte le settimane con le squadre vicine, e i migliori di ogni area, regione, città (a seconda della diffusione) devono costituire “franchigie” e sfidare le altre ed andare a fare i tornei all’estero (non so perché, ma questa non mi suona nuova).